Lasciata
l’interessante località delle Vincellate di Pontevico, nel Parco del fiume
Strone, si prosegue per l’abitato di Verolanuova (km. 3,400) passando per le
cascine S. Martino,
Vallate a sera e Vallatelle, nei pressi della quale sorge,
in leggero rialzo, una interessante santella dedicata alla Madonna Addolorata.
VEROLANUOVA. Si
raggiunge il centro del paese percorrendo via Gaggia, via Bambini e viale Marconi, ai bordi del quale sono edificate
alcune interessanti abitazioni
d’inizio secolo.
Proseguendo per via Zanardelli e via Garibaldi si giunge
davanti alla Basilica di S. Lorenzo che contiene numerosi capolavori dell’arte
pittorica veneziana; primo fra tutti G.B. Tiepolo che qui si esprime con due
grandiose opere dedicate alla Caduta della Manna e al Sacrificio di
Melchisedech; notevoli sono pure le opere del Maffei, del
Trotti, del Malosso,
del Celesti e del
Gallina. Imponente è l’impianto architettonico della chiesa,
sormontata da una grande cupola, che i Gambara, potenti feudatari del posto,
vollero all’avanguardia per quel tempo (1633).
Lasciata la Basilica,
poco distante è l’antica parrocchiale detta La Disciplina, con un bel
campanile
del XV sec.; contiene, tra le poche cose rimaste, il mausoleo del conte Niccolò Gambara. Di fronte alla chiesa si erge la prima residenza dei Gambara a
Verolanuova: il Castelmerlino
con un pregevole portale sormontato dallo stemma di
famiglia.
Proseguendo la visita per via Castello, via Indipendenza e via Leopardi, si
giunge alla cinquecentesca
chiesa di S. Rocco
ricca di affreschi di quel periodo ben conservati.
Percorrendo via S.
Rocco verso il centro del paese, superato il ponte sullo Strone, si entra nella
grande Piazza, caratteristica, oltre che per la sua vastità, anche per gli
armoniosi porticati che accompagnano i fronti nord e sud.
Dalla piazza, dalla
quale è separato dal corso d’acqua detto Gambaresca ,si può ammirare la
grandiosità di Palazzo Ghisi-Pellegrini, già residenza dei Gambara, con un
bellissimo giardino antistante. La piazza e il palazzo formano un complesso
architettonico ed urbanistico unico in tutta la bassa.
Edificato nel primo ‘500 e successivamente ampiamente rimaneggiato nella prima
metà dell’ottocento dagli ultimi proprietari, il palazzo contiene alcune sale stupendamente affrescate.
Nei pressi del
palazzo, in posizione retrostante, sorge l’antico Ospedale, fondato nel 1728.
Interessante è il portale e l’impianto architettonico con un bel campaniletto,
tipici del settecento.
Lasciata Verolanuova, si raggiunge Verolavecchia (km.
4,500) passando per la cascina Confortino, con una
santella dedicata a
S. Rocco
e S. Antonio e per il caratteristico borgo di
Scorzarolo nel parco del fiume
Strone.
SCORZAROLO.
Superata la cascina Confortino, si entra nel territorio del comune di
Verolavecchia. Si farà una breve sosta presso il piccolo
santuario della Madonna delle Cave
con un bel portico antistante che copre tutta la strada. La chiesetta, in
origine dedicata a S. Firmo, è oggetto di grande devozione da parte delle
popolazioni circostanti, che vi si recano in pellegrinaggio ogni anno, da tempo
immemorabile, il giorno di Pasqua.
Il
luogo è stato testimone, nel ‘600, di alcune miracolose guarigioni debitamente
documentate. Nei pressi è la pittoresca località detta il Bersaglio, si tratta di una
costruzione d’inizio secolo e di un impianto per il tiro a segno, ormai in
disuso.
Si entra nel piccolo borgo, ormai
pressoché abbandonato da nord e, sulla sinistra,
si trova il Lazzaretto,
ora corte agricola in abbandono, dal nome indicativo della specificità del
posto; ad est del borgo, staccata dalle abitazioni, sorge una bellissima Ghiacciaia completamente in
mattoni e parzialmente interrata; sporge dal terreno con la sua inconfondibile
sagoma a cupola.
Il
borgo, ora proprietà dell’Ospedale Civile di Brescia, era la residenza
dei Domenicani; qui si
possono visitare quindi la Corte rurale e la
Corte monastica
dai grandi impianti architettonici con una bella chiesetta dedicata a San
Vincenzo (già dedicata a San Giacomo) ed un caratteristico campanile.
A poca
distanza, ad ovest del borgo, si può ancora vedere una grande vasca in muratura:
la Moja ove si faceva macerare il lino, un tempo la coltura tipica della zona.
VEROLAVECCHIA.
Lasciato Scorzarolo, entrando in Verolavecchia, appare la possente sagoma della
Torre Civica, ciò che rimane
dell’antico castello.
Nei pressi della torre, l’andamento arcuato di via Battisti ci ricorda il
perimetro chiuso dell’antico Castello; si può accedere all’interno della cerchia
ed avvicinarsi alla Torre per mezzo di un androne con arco in mattoni,
probabilmente l’antica porta
del castello.
Nei
pressi è la caratteristica chiesa di San Rocco, edificata a partire dal 1512, completamente
in mattoni a vista, come pure il bel campaniletto; contiene una importante tela
del Maffei (La Madonna con Bambino e altri santi). Lasciata la chiesa di San
Rocco, si imbocca via XX settembre, ove si può notare, sulla sinistra, una bella Casa-torre posta d’angolo al quartiere dall’interessante impianto quadrangolare.
Al termine di via XX
settembre si arriva davanti alla chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo,
stupenda dal punto di vista stilistico, non avendo conosciuto alcun
rimaneggiamento dopo la sua costruzione.
L’unitarietà dello stile si ritrova,
oltre che nella struttura, anche negli altari, nelle decorazioni, nelle
pregevoli opere pittoriche e scultoree; anche il portone principale, in legno di
quercia, segue questa logica.
La chiesa, edificata a partire dal 1753 sulle
fondamenta della precedente chiesa orientata a sud, contiene numerose opere del
pittore bresciano Sante Cattaneo, che qui si esprime al meglio della sua arte.
Conserva un pregevole organo Serassi
ed una importante reliquia della Santa Croce.
Percorrendo via Vittorio Veneto e quindi via N. Sauro, comunemente detta via
dei Mulini, si scorge, alla
sommità del Dosso, la Villa Montini, tanto cara al giovane studente
Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI amava trascorrere qui le vacanze estive con i
propri cari; la villa, dai singolari comignoli tondi, rappresenta una
realizzazione tipica della fine del XIX secolo.
Da
notare, all’esterno, in via Trento, sopra un ingresso, una formella in cotto con
l’ideogramma di San Bernardino
(il sole con la sigla IHS all’interno)
Non si dimentichi una
visita alla piccola chiesa di San Vito
presso il cimitero, tanto cara alla popolazione di Verolavecchia; contiene
una buona opera della scuola di Pietro Marone: La Pietà; la chiesetta è affiancata da un campanile sullo stile, anche se
di più ridotte dimensioni, della torre civica.
Ritornando in paese per via Monte
santo, e percorrendo via Corridoni e via Degli Eroi, si può vedere in via
Liberazione il vecchio Ospedale fondato da suor Giuditta Alghisi nel 1880; al
termine di via Liberazione, imboccando vicolo San Pietro, si giunge alla
cappella di San Péder, il luogo ove sorse la primitiva parrocchiale di
Verolavecchia, staccatasi dalla Pieve di Quinzano; la cappella attuale è una
costruzione del ‘600. Lasciata Verolavecchia si raggiunge Monticelli d’Oglio
(km. 6,200) percorrendo via Liberazione, via Contratti e la strada comunale per Monticelli.
Prima di giungere a
Monticelli si incontra la frazione di Villanuova, un piccolo borgo con una
interessantissima chiesetta dedicata a San Giovanni Battista.
Poco oltre, sulla
strada per Pontevico, merita una visita il Mulino di Monticelli, singolare
costruzione neo-gotica che conserva un antico impianto di macinazione
completamente in legno, con macine in pietra; importante perché mai
elettrificato, è ancora funzionante con la sola forza idraulica.
Monticelli.
Posto alla sommità di un’altura lambita dal fiume Oglio, il borgo
caratteristico di Monticelli è uno dei luoghi più suggestivi di tutta la bassa;
si compone di una grande aia-corte secentesca, porticata sui tre lati, che fa da
contorno al Palazzo Gironda
ed alla chiesa parrocchiale dedicata a San
Silvestro.
Interessante è pure la zona del Porto, cosiddetto non in
funzione di scalo, ma di trasporto; infatti nei pressi esisteva, fino agli anni
cinquanta, un traghetto per la sponda cremonese dell’Oglio.
Il Palazzo Gironda è
un’interessante costruzione quattrocentesca, ampiamente rimaneggiata nel ‘600,
con pregevoli decorazioni. Di fianco al borgo, su un’altura vicina, sorgeva il
Castello di Monticelli, le cui possenti murature sono ancora visibili al piede
delle strutture dell’attuale corte rurale.
Si lascia Monticelli e
si raggiunge Quinzano d’Oglio (km. 5,100) passando per le cascine
Madonnina,
Bianca e Falivera, sulla strada incontriamo due interessanti santelle dedicate
alla Madonna.
QUINZANO D’OGLIO. Da
segnalare a Quinzano d’Oglio la Pieve romanica, situata all’interno del
cimitero; poco distante è la chiesa di San Rocco con uno slanciato campanile
cinquecentesco. Al centro del paese, all’interno di quello che era l’antico
Castello, è la parrocchiale dei
Santi Faustino e Giovita; poco oltre, la grande
piazza con i Portici del Vantini e la vicina chiesa di
San Giuseppe.
Notevoli a Quinzano sono diversi Palazzi signorili disseminati nelle vie del centro.