Associazione PRO LOCO Verolavecchia

 

 

 

Verolavecchia (BRESCIA) ITALIA

 
 

 

PER SAPERNE DI PIÙ

 

Notizie, approfondimenti, informazioni sulla storia, arte, cultura, della nostra cittadina.

Tutto quanto c'è da vedere a Verolavecchia ... e non solo

 

 

 

UN PO' DI STORIA

 


 

VEROLAVECCHIA

Un angolo di territorio bresciano quasi sconosciuto ai più, ma che ha saputo conservare autentici piccoli tesori di storia e di arte, che racchiude quasi gelosamente sprazzi di paesaggio bassaiolo al quale fa da sfondo il placido scorrere dell’Oglio in quel di Monticelli, frazione di Verolavecchia.

Non si conoscono reperti archeologici che dimostrino l’esistenza di Verolavecchia prima dell’epoca romana.

L’origine romana del paese è confermata dal ritrovamento di tre epigrafi romane rinvenute casualmente nel secolo scorso presso la primitiva chiesa di S. Pietro a Scorzarolo e a Monticelli d'Oglio; probabilmente il suo territorio costituiva un latifondo appartenente a quel mitico Pagus Farraticanus celebrato da una stele romana rinvenuta a Pedergnaga, oggi San Paolo.

Entrò poi nell'ambito della Pieve di Quinzano e infine, per donazione di re o duchi longobardi, passò sotto il controllo dell'abbazia di Leno, come molti altri centri limitrofi.

Già in documenti del 1194 si parla di un “flumen Virolae” e nel 1196 si nomina “Verola Vetula”.

Del borgo medioevale di Verola Vetula si è conservato il tracciato urbanistico quadrangolare nella zona del Moncucco a sud della roggia dei Mulini, mentre a nord si sviluppa la parte più antica del centro storico dove è ancora riconoscibile l’impronta del castello, una cortina di case disposte a semicerchio e dominate ad est dalla medievale torre civica, simbolo del paese.

Nel 1610 il Da Lezze segnala il decadimento del fortilizio descrivendo Verolavecchia "con un pocco di Castello, et fosse spianate".

La torre, recentemente restaurata, presenta una struttura m mattoni a vista con una grande apertura ad arco acuto al piano inferiore e una sene di finestre ugualmente archiacute nella parte terminale.

Anche la frazione di Scorzarolo aveva un castello, destinato, come quello di Verolavecchia, a cadere nelle mani del Sanseverino.

A Scorzarolo i Domenicani di Brescia costruirono nel 1483 una casa di campagna, rimasta aperta fino al 1797.

Poco distante dal castello è il Dosso, un’altura dominata da villa Montini, dove l’indimenticato Papa Paolo VI, cittadino onorario di Verolavecchia, amava trascorrere lunghi periodi di tranquillità e studio nei mesi estivi.

Antica è pure l'origine dell'altra più importante frazione, Monticelli d'Oglio. Fu possedimento dei Martinengo che, ad opera di Gissa e Matelmo di Gisalberto duca di Bergamo, la vendettero a Lanfranco di Pedrengo assieme alla cappella di S. Silvestro. Passò poi in feudo ai Griffi ai Provaglio ed in altri mani tra cui quelle di Borromeo di Milano.

Lontano da strade importanti, Verolavecchia visse più in pace di altri paesi vicini, senza venire coinvolta nei trambusti degli eserciti dei secoli XIV-XVI.

Oggi Verolavecchia conta circa 3.700 abitanti, pochi sono quelli rimasti, con strutture di prim’ordine, a coltivare la fertilissima terra; i più sono dediti al lavoro artigianale ed industriale nei settori delle calzature, materie plastiche, costruzioni, ecc.

I verolesi di Verolavecchia, o Verolavecchiesi, come amano definirsi sono gente schietta, pane al pane e vino al vino, a volte diffidenti, come tutti i bresciani, ma dal cuore grande e dalla arguzia proverbiale; la parlata dialettale è tipica e non si confonde con quella dei paesi limitrofi; proverbiale è il sano campanilismo in contrapposizione con la vicina Verolanuova, sulla sponda opposta dello Strone.

Lo Strone, pomposamente chiamato fiume, è in realtà poco più di un rigagnolo, nei suoi diciotto chilometri di lunghezza dal laghetto di Scarpizzolo dove inizia, fino all’Oglio presso Pontevico, conserva angoli suggestivi di rara bellezza; la recente costituzione del “Parco dello Strone” contribuirà a mantenerne inalterati gli aspetti paesaggistici più significativi.

Passeggiare in bicicletta per le tranquille stradine campestri a Scorzarolo o a Monticelli, sostare sulle rive dello Strone o dell’Oglio o nei pressi delle numerose cappellette sparse nella florida campagna bassaiola, ammirare i numerosi tesori d’arte e di cultura, assaporare qualche prelibatezza nelle osterie locali; è solo un esempio di quanto può offrire questo angolo di campagna lontana dallo stress delle nostre occupazioni quotidiane.

 

 

 

 

Home

arrow Indietro

  © Associazione Pro Loco Verolavecchia

a cura di Armando Barbieri

Ultimo aggiornamento: 27/06/2009