A. Barbieri
NON UNIONE MA COMUNIONE
Meglio conservare le reciproche
diversità
Ho sempre pensato che l'unione delle due comunità verolesi fosse il
traguardo ultimo al quale aspirare per affrontare il futuro; una unica
comunità che contasse più di diecimila persone sarebbe certo stata più
influente ed importante di due piccole.
Oggi credo invece sia più
importante, non una mera unione per "contare di più", ma una vera
comunione di risorse ed opportunità, che possano essere messe a disposizione
di tutti i verolesi delle due comunità e, cosa molto importante, agli stessi
costi per tutti.
Mi riferisco a tutte quelle
strutture e servizi oggi esistenti che, se poste con pari opportunità al
servizio dei cittadini delle due comunità, potrebbero essere sfruttate
meglio e con più continuità, abbassando in tal modo i costi di esercizio
potendo essere ripartiti su una più vasta popolazione.
Per quanto riguarda invece la storia, le tradizioni e i
modi di essere delle due verole è bene, a parer mio, che siano e rimangano
distinti e ben riconoscibili: non credo sia sintomo di progresso
uniformare e standardizzare il modo di pensare delle persone secondo un
modello prestabilito.
Sarebbe ben più saggio, invece,
coltivare quel sano (ed innocuo) campanilismo che ci contraddistingue e che
in futuro, nella megalopoli padana che andiamo passo passo costruendo con la
continua devastazione del nostro paesaggio, rappresenterà una particolarità
più unica che rara.
Coltiviamo, e non soffochiamo,
quindi le nostre diversità !
01/08/2004
13/08/2004
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